L’agevolazione per gli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche ha sopravvissuto alla eliminazione della cessione del credito o sconto in fattura voluta dal legislatore per la maggior parte dei bonus edilizi.
Tuttavia, con il decreto cosiddetto “salva spese”, anche per questo bonus viene limitata la possibilità di cedere il credito di imposta.
La cessione del credito e lo sconto in fattura possono essere ora applicata solo nei seguenti casi:
- Dai condomìni, per interventi su parti comuni di edifici a prevalente destinazione abitativa;
- Per le persone fisiche, se proprietari o titolari di altro diritto reale di un’abitazione principale, aventi un reddito non superiore ad euro 15.000, determinato ai sensi del comma 8-bis.1 dell’articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34.
Tuttavia il requisito del reddito non si applica in caso si disabile presente nel nucleo familiare del contribuente.
Le limitazioni alla cessione del credito non si applicano per le spese sostenute se alla data del 30/12/2023 è già presentata una richiesta di titolo abilitativo ai lavori o, se non previsto, siano già iniziati i lavori o sia già stato stipulato un contratto tra le parti.
Il decreto “salva spese” è inoltre intervenuto su altri aspetti della detrazione fiscale del 75% stabilendo quanto segue:
- La detrazione è limitata a interventi specifici di abbattimento barriere con oggetto scale, rampe e l’installazione di ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici;
- I requisiti per l’accesso alla detrazione, previsti dal decreto 236/1989, devono essere asseverati da un tecnico abilitato.
Si ricorda infine che gli interventi di abbattimento di barriere architettoniche continuano a godere, in alternativa, del bonus ristrutturazione del 50% o del depotenziato superbonus se interventi trainati.
Spetta al contribuente, coadiuvato dal consulente, individuare la miglior detrazione fiscale a lui applicabile.
Lo Studio è a disposizione per tutti i chiarimenti necessari.
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